Maestro
MAESTRO
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il suo ruolo subì una grande evoluzione nel Medioevo
Non portava la sua visione del mondo
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MA era portatore di una tradizione
-Come si faceva chiamare?
Nei monasteri non si faceva chiamare maestro
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perchè solo uno è il Maestro
In tutte le scuole si faceva chiamare auctorictas
-Qual era il suo metodo?
Egli doveva saper dosare:
-dolcezza e severità
-benevolenza e rigore
Erano ancora previste le punizioni corporali
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MA vennero ridimensionate e successivamente proibite
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Questo divieto era supportato da Anselmo, perché diceva che
le pene corporali peggioravano il comportamento dell'uomo.
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PIUTTOSTO il maestro deve seguire le inclinazioni dell'alunno
Un altro importante esempio del ruolo del maestro si trova nel "Sic et non" di Abelardo
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Cosa fa?
- invita i giovani a trovare la verità tramite la ragione, senza adagiarsi sull'autorità.
- accettare la fatica della ricerca che irrobustisce le menti.
LA VISIONE DI
D'ACQUINO: Sostiene il tema del maestro interiore (già introdotto da Agostino).
Analizza il rapporto maestro-discepolo sotto l'aspetto della conoscenza e vuole capire se:
-ciò accade nell'interiorità del soggetto
-causato da altri→uomo può insegnare ad altri uomini
Nel De Magistro l'argomento viene trattato sotto molti punti di vista:
-fondamenti metafisici
-conseguenze didattiche
Tommaso credeva che che gli esseri umani posseddiano una capacità causativa e proprie azioni, nonostante essi dipendano dalla volontà di Dio.
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questa capacità è vitale, perché altrimenti neanche il maestro
potrebbe insegnare, perché non potrebbe causare il suo sapere
ad un altro.
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tramite l'apertura metafisica si può fare!
AVICENNA: Egli interpretava Aristotele e faceva dipendere la conoscenza da un intelletto agente (separato e unico), dal quale l'uomo poteva essere:
-passivo
-veniva preparato a ricevere le forme che esso gli donava
In questo caso, l'azione del maestro è preparatoria ed accidentale, dato che la conoscenza dipende dall'illuminazione dell'intelletto agente.
AVERROE': E' un autore arabo che interpretava anch'egli Aristotele.
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riteneva che sia intelletto agente sia passivo fosse unico e separato,
PERCIO' che scienza e conoscenza siano riconducibili ad un'unica
intelligenza esterna agli esseri umani.
Secondo lui, questa unicità dell'intelletto era il fondamento del rapporto maestro-discepolo.
-Come risponde d'Aquino?
Riteneva che ogni essere umano è un soggetto autonomo e rifiuta le altre tesi.
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sceglie una via intermedia:
pone nelle causa esterne ed interne il fulcro del conoscere
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l'essere umano è dotato dei "germi del sapere"
che l'intelletto apprende con l'esperienza sensibile.
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Ruolo del maestro:
condurre alla conoscenza di ciò che non si sa
nello stesso modo giungendovi da soli.
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nessun maestro può ignorare o
andare contro il lume della ragione
che sta nel discepolo.
Aquino è contro Averroè
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perché l'uomo conosce ,
NO intelligenza superiore ed unica!
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